LA QUARESIMA OLTRE LA QUARANTENA

Quest’anno  la Chiesa raccomanda un maggior impegno nella vita spirituale e nella solidarietà

di + mons. Leonardo Bonanno

La Quaresima ritorna ogni anno come tempo di preparazione alla Pasqua, che é il cuore della vita della Chiesa, così come l’evento della Risurrezione del Signore ne rappresenta il motivo che solo può dare significato alla nostra fede. “Se Cristo non fosse risorto – dice l’Apostolo Paolo – vana sarebbe la nostra fede”. Dal mercoledì delle Ceneri e per quaranta giorni i fedeli sono chiamati a vivere nel tempo di grazia, nel quale Dio ancora di più mostra misericordioso verso il suo popolo, che riconosce di essere peccatore e ne invoca il perdono. Ma non può sfuggire come la Quaresima di quest’anno chieda ai credenti un maggior impegno per la conversione del cuore e portare nella società una linfa di vita nuova. Siamo invitati a farlo dal Magistero della Chiesa perché con le opere della fede e della carità possiamo superare la pur comprensibile paura di sentirci solidali con i nostri fratelli. Infatti la minaccia di un’epidemia causata da un virus per lo più invisibile ci fa sentire più deboli e vulnerabili, penso di dire con San Paolo: “Provati ma non vinti”. Cambiare alcune abitudini di vita e dare ascolto a quanti, governanti ed esperti, vigilano anche sulla nostra salute è segno di saggezza. E’ il caso di ribadire che la quarantena, se richiesta dalle situazioni di contagio, non sospende e non esaurisce il valore della Quaresima, a parte l’assonanza tra i due termini. La quarantena è sinonimo di chiusura, isolamento temporaneo, richiesto per arginare la perniciosa infezione.

La Quaresima invece è sinonimo di apertura: a Dio, con la preghiera magari nascosta, perché il Signore, che vede nel segreto, ci ascolterà; ai fratelli, con le opere della carità nelle sue molteplici sfaccettature, esigite da uno spirito solidale verso chi è nel bisogno; verso se stessi, nel recupero di uno stile di vita sobrio e salutare sapendo che “il di più viene del maligno”. Sarà opportuno inoltre rivalutare il silenzio per meglio ascoltare la voce di Dio, che continua a parlare ai nostri cuori, lontano dai rumori del mondo, le cui voci giungono prepotentemente nelle nostre case, condizionando non poco il nostro agire. L’Apostolato della Preghiera, che è la rete mondiale di preghiera del papa, assegna per questo mese appena iniziato l’intenzione di Francesco “affinché la Chiesa in Cina perseveri alla fedeltà al Vangelo e cresca nell’unità”.

Nel pensiero del Pontefice, già manifestato prima che si verificasse l’epidemia, “la Chiesa in Cina rappresenta un piccolo gregge nella vastità di un immenso popolo (…). Le sue esperienze dolorose ne costituiscono un tesoro spirituale”. Pertanto in questa Quaresima il pensiero della Chiesa è orientato verso questo Paese asiatico, dove ancora è impedito il libero annuncio del Vangelo e la stessa possibilità di vivere il Cristianesimo. Anche nella nostra chiesa diocesana per la presenza certificata in questi giorni di un caso di contagio dal coronavirus occorre aumentare i livelli della prevenzione e della prudenza.

Non dispiaccia pertanto ai presbiteri e alle loro comunità limitare viaggi, incontri comunitari, celebrazioni con partecipazione di popolo, avvalendosi quando è possibile degli strumenti della comunicazione sociale, senza allarmismi; indicazioni pratiche che si integrano con quanto già comunicato dalla Presidenza dei vescovi italiani e dalla Conferenza Episcopale Calabria, riunitasi in questi giorni presso l’Istituto Teologico Pio X di Catanzaro.

Il cristiano sa di dover mantenere sempre una condotta di vita equilibrata senza lasciarsi vincere dalla psicosi della paura, specialmente attraverso i social, consapevoli che la fiducia in Dio lenisce ogni sofferenza e alimenta la speranza di continuare a vivere sostenuti dalla fede che si apre alla solidarietà verso i fratelli.

*vescovo